Bresaola della Valtellina: l’incontro tra gusto e salute

Vi siete mai chiesti perché le cose buone fanno male? Quale diabolico disegno ultraterreno può mai sottendere a questa dura legge? Si tratta forse soltanto di una preferenza psicologica verso il proibito, o ci sono motivazioni più concrete?

La necessità di dover assumere i nutrienti per sopravvivere, ha fatto sì che la predilezione alimentare fosse rivolta nell’antichità verso quei cibi che contenessero una maggiore quantità di grassi, di zuccheri e di proteine, proprio per poter accumulare le riserve per fronteggiare i periodi di carestia.

Oggi i tempi sono cambiati e problemi di reperimento del cibo non ce ne sono più, ma il patrimonio genetico è rimasto lo stesso, e ci ritroviamo così con questo retaggio ancestrale, costretti a dover rinunciare alle infinite sollecitazioni di un ambiente caratterizzato da una patologica sovrabbondanza di risorse alimentari.

Ma per fortuna a questa regola esistono delle eccezioni, nel senso che esistono anche alimenti buoni e non necessariamente nocivi per la salute. E una di queste eccezioni secondo noi è proprio la bresaola. Un alimento gustoso e al tempo stesso leggero, nutriente e povero di grassi. Basti pensare che 100 grammi di bresaola contengono solo 150 Kcal, ma danno un notevole apporto nutrizionale in termini di proteine (32 grammi), sali minerali (sodio: 1597 mg, potassio: 505 mg, fosforo 168 mg) e anche di vitamine.

Un alimento forse non giustamente valutato o a volte addirittura snobbato dalle tavole italiane. Ed è proprio a questo prodotto che vogliamo dedicare l’attenzione del presente articolo, per capirlo un po’ meglio e rivolgere ad esso le considerazioni che merita.

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fonte: lavinium.com

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